Wednesday, 6 May 2009

Ludovico Winter


Ludwig Winter nacque ad Heidelberg, il 9 agosto 1846. Fu giardiniere, vivaista, progettista e botanico ai Giardini Hanbury di La Mortola. Nato nel grande Impero Prussiano, figlio di un libraio della famosa Università del Granducato di Baden, la famiglia si stabilì a Leipzig, dove egli dimostrò subito grande amore per lo studio della Botanica, ed entrò come giardiniere ad Erfurt, nello Stabilimento Juelqe, restandovi due anni. Passò quindi alla Scuola di Orticoltura di Postdam, per andare poi primo giardiniere, al Giardino Botanico di Poppelsdorf, vicino a Bonn. Nel 1867 volle recarsi a Parigi per visitarvi l’Esposizione Universale: Innamorato della capitale francese decise di stabilirvisi, e lavorò dapprima come semplice operaio giardiniere presso Mr. Chatin, poi come giardiniere nei parchi delle Tuileries. L’atmosfera preparatoria per la guerra Franco-Prussiana non consigliò oltre il soggiorno parigino ad un suddito tedesco, e lo troviamo quindi alcun tempo dopo sulla Costa Azzurra, a Hyeres, dopo essersi soffermato a Marsiglia ed a Cannes. Quivi la ditta Charles Huber era in procinto di lanciare una sua creazione, una bella anemone. Fu il Winter che produsse il disegno di quel fiore portentoso, che ebbe grande successo in Europa. Dopo questa prima brillante prova l’Huber lo occupò come disegnatore di Fiori.
Nel 1869, Thomas Hanbury gli confidava di voler creare il Giardino di Acclimatazione alla Mortola e lo assumeva come botanico. Per circa un lustro, Winter si dedicò con vera passione di studioso e di esperto a quel difficile lavoro. Collezioni di piante di ogni genere vennero a prosperare in quel paradiso di vegetazione. Le piante vi erano importate dai paesi caldi, dall’Australia, dalla nuova Zelanda, dalla California, e qui venivano educate, adattate al nuovo clima. Suo collaboratore era Ritschi, uno svizzero, capo giardiniere. Nel 1874 il Giardino della Mortola era ultimato, e Ludovico Winter andò a stabilirsi a Bordighera dove, con marcata intelligenza, seppe intuire l’avvenire orticolo della Riviera, ivi introducendo la coltivazione della Rosa Safrano che doveva avere tanta fortuna. Dapprima aveva operato nella pianura di Borghetto, ma un’altra meritoria intuizione lo portò a coltivare sul pendio di Montenero, più caldo, più soleggiato e più arieggiato. In località Curtasse, fece prosperare le prime Mimose, introducendo l’Acacia Podalyriefolia, qualità che si riteneva perduta ed invece era stata conservata da Pasquale Motta di Intra, e perciò venne chiamata Motteana. Mediante ibridazioni tra la Podalyriefolia, la Dealbata e la Pycnanta, creò l’Hanburyana, la Neufvillei, la Siebertiana. Nel 1875 cominciò a piantare il mirabile giardino “Vallone del Sasso”, dove raccolse un’infinità di piante rare tropicali, palme, liane, ficus, e molte altre. Creò l’architettura di giardini meravigliosi, come quelli dell’Imperatrice Eugenia a Cap Martin, del Principe Hohenloe a San Remo, della Contessa Foucher de Careil a Mentone, della Villa Zirio a San Remo e della Villa Bischoffshein a Bordighera. Ma il più delizioso di tutti è il Giardino di Madonna della Ruota, sulla strada tra Bordighera ed Ospedaletti. Impiantò un sontuoso negozio floreale in Via Vittorio Emanuele a Bordighera, e nel giardino retrostante (ove sorge ora il Cinema Olimpia) ed in quello di rimpetto stabilì una esposizione permanente, nella quale figuravano le più svariate specie di palme, ora alte come campanili, ora nane come piccoli arbusti, ma dove incombeva un gran pergolato che formava l’ammirazione dei bordigotti e quella della colonia inglese ivi dimorante. Il Winter colle sue palme partecipò a molte esposizioni nazionali ed estere. Ottenne in Italia diplomi speciali e medaglie d’oro. All’Esposizione di Amburgo, ricostruì il palmeto del Vallone di Sasso e si ebbe il premio dell’Imperatore di Germania consistente in un grande vaso di porcellana. Ebbe anche la genialità di introdurre nell’arte industriale moderna oggetti fabbricati con foglie e rami di palme, meritandosi le lodi di artisti che con lui collaborarono. Alla lavorazione delle foglie secche di palme aveva adibito personale specializzato. Venivano fabbricati cofani, imitazioni di fiori, canestri, tappeti, vasi, coprivasi, coppe, piatti, vassoi, giardiniere, paralumi, centri per tavoli, portagiornali ecc. Molti di questi lavori egli espose, fuori concorso, all’Esposizione Orticola a Gand nel Belgio, nell’agosto 1891, ottenendo il primo premio della Sezione. Ludovico Winter sviluppò anche il commercio della rosa. Dopo aver messo a cultura la Safrano, egli introdusse la Marie Van Houtte, che venne subito assai coltivata dagli agricoltori della Riviera ligure. Winter fu anche un gran benefattore, collaborando col Padre cappuccino Giacomo Viale, col Barone Kleudgen e col Cav. Angst, tutti benemeriti dello sviluppo di Bordighera. Alla fine dell’Ottocento, fu definito “architetto dell’Orticoltura”, per come sapeva artisticamente intrecciare le piante e i fiori nei giardini. Magnifico il suo progetto dei giardini di Piazza della Libertà a Lisbona. A Berlino è ricordato per le sue esposizioni, a Dusseldorf ed a Mannheim per le palme gigantesche che vi trapiantò, a Francoforte sul Meno per le influenti amicizie e per l’ammirazione che seppe destarvi. Fu il primo che introdusse la geniale industria dell’esportazione di piante, grandi e piccole, già radicate, rendendo così possibile l’improvvisazione di giardini adulti, senza interrompere le condizioni di vita delle piante. Ludovico Winter non vide l’atto finale del suo attento progetto per i Giardini Pubblici di Ventimiglia, infatti, mancò nella sua Germania, a Bad-Mannheim, il 12 luglio 1912, ma furono ancora i suoi vivai a fornire le palme per abbellire l’area progettata a verde pubblico, che si può ancor oggi ammirare, presso la foce del fiume Roia, così come è uscita dalla sua matita.

http://www.cumpagniadiventemigliusi.it/Voce_storia/Giardini_Winter.htm


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